Fondazione Cassa di Risparmio

“Soggetti organizzatori delle libertà sociali”, dotati di “piena autonomia gestionale e statutaria”. Con queste parole, in due sentenze del 2003, la Corte Costituzionale ha fissato in maniera definitiva la natura e il ruolo delle Fondazioni bancarie – e dunque anche della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini – all’interno della società italiana.

 

La storia

Dalla lunga e operosa tradizione di espressività sociale che da molti secoli rappresenta un tratto distintivo del nostro Paese ha preso corpo, a metà dell’800, la Cassa di Risparmio di Rimini, nata per la libera associazione di 89 cittadini che si sono volontariamente prefissati l’obiettivo di promuovere il risparmio e la diffusione del benessere, dando vita al prestito di denaro, come recita lo Statuto del 1840, “a modico interesse”.
Fu dunque, quella della Cassa di Risparmio, un’opera economica con un forte profilo sociale, tanto che nel Regolamento originario della banca si individuava lo scopo nel “richiamare dalla imprevidenza e dalla dissipazione quelle fra le classi sociali cui più debbe stare a core la pratica della economia e il pensiero del futuro”.

È questo il solco da cui nasce nel luglio 1992 la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, il cui unico scopo – dopo la separazione delle cosiddette attività di beneficenza da quelle bancarie, che assunsero la forma di spa, a seguito della Legge Amato/Carli del 1990 – è quello di proseguire le attività sociali già appartenute alla Cassa e di contribuire al progresso civile, sociale ed economico della comunità riminese.

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