CASTEL SISMONDO
LA STORIA
Il complesso di Castel Sismondo, detto anche ‘Rocca Malatestiana’ (fatto costruire da Sigismondo Pandolfo Malatesta tra il 1437 e il 1446, e alla cui progettazione non sarebbe estraneo il grande architetto Filippo Brunelleschi), si articola in quattro parti comunicanti tra loro: il Palazzo di Isotta, su tre piani comunicanti tra loro; il corpo centrale dei servizi, su due piani; il cortile grande, di notevole superficie; e il Maschio, che è la parte centrale e più suggestiva dell’intero complesso, con due piani collegati tra loro da uno scalone elicoidale posto nella Torre maggiore. Complessivamente, tra parti coperte e cortili, la Rocca ha una superficie di oltre 3.300 mq.
La dimora fortezza di Sigismondo Pandolfo Malatesta, prima degli interventi di restauro attuati negli ultimi trent’anni era giunta fino a noi impoverita rispetto all’immagine possente e fastosa tramandata dalle più antiche rappresentazioni, declassata dagli usi diversi e rovinata dagli eventi bellici e dall’azione del tempo.
L’opera di Sigismondo aveva trasformato nella prima metà del XV secolo un complesso già fortificato, sorto nel sito delle antiche case malatestiane nei pressi della porta del Gattolo, in un grande castello descritto con ampi dettagli dal Valturio e rappresentato da artisti come Piero della Francesca ed Agostino di Duccio. Il castello negli anni dello splendore malatestiano rappresentò il simbolo del potere e della supremazia militare di Sigismondo, che realizzò grandiose opere difensive nei suoi domini, con una concezione urbanistica di innovativo respiro tesa al controllo dei siti e nello stesso tempo produttrice di indelebili segni fisici connessi alla morfologia stessa del territorio.
La conoscenza di questo edificio emblematico e complesso per le diverse stratificazioni presuppone l’analisi delle questioni principali: la discussa paternità del progetto, la cronologia e le preesistenze, le fasi strutturali, le rappresentazioni e planimetrie storiche.
Gli Architetti, la Fabbrica
“Filippo di ser Brunellesco va al signore di Rimini, parte da Firenze 28 agosto e torna 22 ottobre 1438”.
Breve annotazione questa, riconfermata da fonti contemporanee, che racchiude in un breve arco di tempo l’importante presenza di Brunelleschi nelle terre malatestiane, mentre ne era signore Sigismondo Pandolfo. L’indagine analitica di documenti di Fano hanno permesso d’individuare un possibile itinerario del celebre architetto, riaccendendo l’ipotesi già avanzata dal Von Fabriczy, che attribuisce a Brunelleschi il progetto di Castel Sismondo, in opposizione alla tesi che vuole invece Sigismondo unico regista della importante struttura difensiva, eretta “a fundamentis” come recita l’iscrizione, che compare su tre lapidi, inserite sulla muratura all’esterno del Castello.
Il breve soggiorno riminese di Filippo e le altre numerose strutture difensive per le quali eseguì sopralluoghi (a Fano, Gradara, S. Giovanni Marignano, Montefiori, Cervia, Cesena, oltre Rimini) hanno più prudentemente orientato gli storici ad accreditare al Brunelleschi una sorta di consulenza per la fabbrica del Castello, alla quale già lavoravano, prima dell’arrivo del Brunelleschi, anche Cristoforo Foschi e Matteo Nuti, la cui presenza è documentata ancora nel 1454. Quest’ultimo non ebbe certo una posizione marginale in questa vicenda, considerata la sua attività legata ai Malatesta. La tesi brunelleschiana è strettamente in linea con gli interessi palesi di prestigio culturale del giovane Sigismondo, che un decennio più tardi chiamava come architetto anche l’Alberti per la vicenda del Tempio. E d’altra parte è noto il diretto coinvolgimento di Sigismondo nelle opere di fortificazione condotte nelle sue terre, mettendo a frutto la sua esperienza di valoroso condottiero per la corretta valutazione delle strategie difensive. Appare tuttavia credibile l’apporto di un architetto di prestigio come Filippo Brunelleschi (e di Matteo Nuti) in un momento in cui lo scenario tradizionale dell’organizzazione militare sul territorio è in mutazione e gli apparati di difesa corrispondono alle nuove tecniche.
Le prime rappresentazioni (la medaglia di Matteo de’ Pasti, 1446; l’affresco di Piero della Francesca, 1451 ed il bassorilievo del segno del cancro, opera di Agostino di Duccio 1454 circa entrambi nel Tempio Malatestiano), ci consegnano con poche varianti l’immagine del Castello con l’imponente cassero, che sovrasta la cinta muraria interna e le altre torri dotate di beccatelli e merlature e, proiettato in avanti, il sistema difensivo esterno, costituito da mura e torri merlate di minore altezza, prive di base a scarpa.
L’affresco di Piero della Francesca e le tracce di colore rossiccio rinvenute sulla torre scalare, oltre alla fascia di affresco con motivi ad intreccio di colore rosso distaccata dalla torre est fanno intravedere la componente coloristica del Castello, che pare ancora appartenere al mondo del gotico cortese internazionale. Le alte torri della cerchia difensiva interna contrastano con la necessità di opporre masse inerti all’artiglieria, cui maggiormente corrisponde il sistema più esterno, oggi scomparso sotto la piazza del mercato insieme al rivelino ed al fossato interrato.
Cronologia
Oltre alla paternità del Castello,un’altra questione riguarda la cronologia della costruzione. Le fonti cronachistiche datano l’inizio dei lavori al 1437 ed il Clementini nel XVIII secolo precisa: “alli 20 maggio 1437 a hore 10 e minuti 48”.
Non si trattò però di una edificazione a fundamentis, ma di una ristrutturazione intervenendo su edifici preesistenti, fra cui un palatium che Turchini individua come il palatium inceptum descritto nel testamento di Malatesta da Verucchio, e conservato come nucleo del cassero. Esisteva quindi una sede già fortificata. Sigismondo è appena ventenne e già signore di Rimini da cinque anni, quando intraprende la costruzione con la probabile consulenza di Filippo Brunelleschi e l’accertata opera di Matteo Nuti e Cristoforo Foschi. La testimonianza di Tobia Borghi prima e poi di Baldo Branchi descrivono la fondazione del Castello avvenuta “gustando li antichi palazzi et abitazione de’ suoi passati, salvo il palazzo maggiore intorno al quale edificò il castello”. Già nel 1431 una bolla del pontefice Eugenio IV aveva concesso a Galeotto Roberto l’autorizzazione a fortificare il palazzo, e Sigismondo divenuto ricco e potente negli anni della grande impresa, riconfermato al servizio della chiesa e reso padre da Ginevra d’Este, volle nel 1437 rielaborare le fabbriche esistenti concependo un castello che fosse insieme dimora di corte e fortezza, per il decoro della città di Rimini (come recitano le compiacenti epigrafi) mentre il Tempio Malatestiano verrà dedicato a Dio Immortale e alla città.
I lavori nel 1446 erano probabilmente terminati per la sola parte difensiva (e quindi le epigrafi di Sigismondo corrisponderebbero alla verità) continuando però oltre alla metà del secolo per la parte residenziale, il cui fasto da corte rinascimentale si può dedurre dall’inventario dei beni mobili del Castello, datato 1468, noto come inventario di Isotta degli Atti.
LA FONDAZIONE A CASTEL SISMONDO
17 ANNI DI SERVIZIO CULTURALE ALLA CITTÀ
Il 29 marzo 1999 la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha sottoscritto una convenzione con il Comune di Rimini riguardante “la promozione, il sostegno e il coordinamento delle attività culturali nella Rocca Malatestiana”. Con tale atto, la Fondazione si è impegnata a finanziare il completamento, nell’arco di tre anni, dei restauri del quattrocentesco edificio, il cui cantiere di ripristino era aperto dalla fine degli anni sessanta, e a farsi carico della gestione del complesso di Castel Sismondo per un periodo di 30 anni, assicurandone la fruibilità pubblica. Un intervento ambizioso, di notevole significato culturale e di impatto sulle attività del centro storico di Rimini. Al tempo stesso, un’operazione complessa trattandosi di recuperare un bene storico e monumentale in stato di degrado e abbandono e di rilanciarne la vocazione, oltretutto in un’area importante e strategica del centro storico della città.
Dopo 17 anni – quindi più della metà della durata fissata nella citata convenzione – si può dire in base all’esperienza condotta che la sfida è stata vinta. Non solo in termini di restauro e di cura complessiva del bene, ma soprattutto di individuazione di una finalità e di una utilità che hanno portato valore aggiunto – in termini culturali, sociali ed economici – a Rimini. Oggi Castel Sismondo è un luogo “vivo”, riconosciuto e frequentato, con lo specifico ruolo di splendida e funzionale sede di mostre, spettacoli, eventi ed iniziative di carattere culturale e sociale, potendosi affermare che sia tornato a pieno titolo nel patrimonio identitario della comunità riminese.
In questo senso, l’intervento della Fondazione ha abbinato e conseguito tre precisi obiettivi:
- il recupero storico ed architettonico del bene, nel pieno rispetto delle indicazioni della Soprintendenza competente;
- la fruibilità del bene, a lungo impossibilitata sia ai riminesi che ai turisti, che ne ha valorizzato la natura e la valenza di complesso storico e monumentale;
- l’utilizzo del bene per finalità d’interesse generale; e qui non v’è dubbio che la gestione della Fondazione abbia consentito di conseguire un importante avviamento del Castello come ‘contenitore’ di prestigio – come dimostra anche il livello delle manifestazioni ospitate – che rimarrà nel tempo.
Le attività svolte nel Castello hanno inoltre permesso la circolazione di idee, eventi, elaborazioni culturali, nuovi stimoli, opportunità di conoscenza. Hanno altresì reso possibile avvicinare a Rimini i grandi organizzatori di manifestazioni, così come valorizzare realtà associative locali, che hanno trovato nel Castello un ambito favorevole in cui sviluppare ed accrescere progetti ed iniziative di livello.
Si può dire che il Castello abbia così manifestato potenzialità importanti, forse anche al di là delle aspettative, divenendo una sorta di piazza culturale della città che ha creato anche dinamismi di rilievo nella frequentazione e nel rilancio del centro storico.
Non va poi dimenticato un ulteriore aspetto di tipo ‘temporale’. Le attività ospitate a Castel Sismondo hanno permesso di sanare in buona misura una sorta di frattura storica tra stagione invernale e stagione estiva in centro. La rocca malatestiana ha registrato eventi tutto l’anno, divenendo teatro – durante l’estate – di un fitto calendario di manifestazioni culturali e di spettacolo che hanno sempre attirato ogni anno decine di migliaia di riminesi e turisti, contribuendo a valorizzare parti di città che non sempre il pubblico delle vacanze conosce adeguatamente.
LE MOSTRE
Castel Sismondo si è da subito rivelato come ottima sede per la realizzazione di mostre ed esposizioni; i grandi spazi e le ampie sale del Maschio sono risultate perfette per accogliere eventi con molti pezzi da esporre, od opere dalle dimensioni ragguardevoli. Nel contempo l’Ala di Isotta ha offerto invece spazi più adeguati ad accogliere manifestazioni più contenute o di servizio a quelle ospitate nel Maschio.
Maggiori mostre realizzate
Alcuni titoli delle maggiori mostre realizzate a Castel Sismondo dal 2001 al 2016:
- Il Potere, le arti e la guerra. Lo splendore dei Malatesta (2001)
- Il Trecento adriatico. Paolo Veneziano e la Pittura tra Oriente e Occidente (2002)
- Leonardo, Machiavelli e Cesare Borgia. Arte, storia e scienza in Romagna. 1500 – 1503. (2003)
- La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di un capolavoro (2003)
- Seicento inquieto. Arte e cultura a Rimini fra Cagnacci e Guercino. (2004)
- Costantino il Grande. La civiltà antica al bivio tra Oriente e Occidente (2005)
- Comune di Rimini – Mostra Pittori ‘900 (2006)
- Fondazione Fellini “Il libro dei sogni” (2007)
- Giovanni Baronzio e la pittura a Rimini nel Trecento (2007)
- Mostra monografica dedicata a Mario Valentini (2007)
- Lo spazio della sapienza S. Sofia a Istanbul (2007)
- Lo specchio del mistero (2008)
- Exempla – la rinascita dell’antico (2008)
- Luminosi incanti (2008)
- L’incanto della pittura – da Rembrandt a Gaugin a Picasso (2009-2010)
- Parigi gli anni meravigliosi. Caravaggio ed altri pittori del seicento (2010-2011)
- Da Vermeer a Kandinsky – Capolavori dei musei del Mondo (2011-2012)
- Biennale del Disegno Rimini – Il nido delle idee (2014)
- Poemi del fuoco e della luce (2014)
- Di terra e di luce (2014)
- Fioravanti (2015)
- Biennale del Disegno (2016)
Marco Goldin (Direttore di Linea d’ombra) con Massimo Pasquinelli (Presidente Riminicultura srl)
Tra tutte un cenno particolare meritano le tre grandi mostre realizzate tra il 2009 e il 2012 dalla Fondazione in collaborazione con Linea d’Ombra di Marco Goldin:
“L’incanto della pittura – da Rembrandt a Gauguin a Picasso”, svoltasi a Rimini dal 10 ottobre 2009 al 21 marzo 2010 Rimini ai vertici nazionali delle città d’arte grazie ai capolavori del Museo di Boston, Nei primi 90 giorni di esposizione i capolavori provenienti dal Museum of Fine Arts di Boston hanno richiamato a Castel Sismondo 90 mila visitatori (1.000 al giorno di media), con una decisa accelerazione nelle due settimane delle festività natalizie (dal 26 dicembre al 10 gennaio), che da sole hanno fatto registrare 22 mila ingressi (1.570 visitatori al giorno di media). Numeri che permettono a Rimini di collocarsi al secondo posto in Italia tra le città d’arte per presenze nelle settimane di festa, preceduta solamente da Milano con Edward Hopper (22.490 presenze) e prima di Roma con le mostre su Michelangelo, Calder e Caravaggio.
Visitatori totali: 190.230
Media giornaliera: 1.189
Giorni di apertura: 162
“Parigi gli anni meravigliosi” e “Caravaggio ed altri pittori del seicento”, svoltesi a Rimini dal 23 ottobre 2010 al 27 marzo 2011. Con questo secondo ciclo di mostre il numero complessivo (2009/2011) di visitatori ha superato quota 340 mila, fino ad arrivare a 370 mila se si aggiungono i risultati delle contemporanee mostre della Repubblica di San Marino. Numeri straordinari che rendono perfettamente l’idea del ruolo e dell’importanza che questi eventi hanno conquistato nel territorio riminese. Più in generale, indicano che la cultura ha uno straordinario riflesso sul piano turistico, un’opportunità straordinaria che la comunità locale ha a disposizione. Per la prima volta alla mostra riminese si è affiancata anche una mostra di San Marino, Monet, Cèzanne, Renoir e altre storie di pittura in Francia: visitatori totali 30.826, media giornaliera 201, giorni di apertura 153. I prenotati totali sono stati il 30% mentre il 70% non ha prenotato.
Visitatori totali: 151.020
Media giornaliera: 987
Giorni di apertura: 153
“Da Vermeer a Kandinsky. Capolavori dai musei del mondo a Rimini”, svoltasi a Rimini dal 21 gennaio 2012 al 3 giugno 2012. Tenuto conto che per ben due settimane la neve di febbraio non ha consentito flussi normali (800 visitatori in tutto in quel periodo), la media considerata è ben più alta (1.076). La mostra ha avuto tre settimane in meno di quella precedente, ma una media giornaliera di visitatori superiore di 100 unità. La mostra è stata realizzata parallelamente a “Da Hopper a Warhol. Pittura americana del XX secolo a San Marino”. La mostra riminese s’è mantenuta sempre fra le prime 6, 7 mostre più visitate d’Italia e a differenza delle altre non ha avuto cali nel mese di maggio.
Visitatori totali: 130.180
Media quotidiana visitatori: 964
Giorni di apertura: 135
Il ciclo delle mostre di Linea d’Ombra ha portato a Castel Sismondo in un triennio oltre 470.000 persone (più di 520.000 se si considerano anche le mostre parallele ospitate a San Marino), facendo balzare Rimini ai primi posti delle classifiche nazionali per visitatori di mostre culturali.
GLI EVENTI
Oltre all’insieme delle esposizioni citate, a Castel Sismondo sono state realizzate annualmente numerose altre mostre che hanno occupato parte del Maschio o la sola Ala di Isotta: si è trattato di oltre 60 rassegne realizzate da associazioni culturali o di volontariato del territorio, da Volontarimini, dalle scuole di ogni ordine e grado e da altri soggetti che operano nell’ambito locale. Tali mostre spesso hanno accompagnato le esposizioni maggiori o gli eventi estivi realizzati nella Corte del Soccorso.
Tra le più recenti, a titolo di esempio:
2013 | Fioravanti e indietro Mostra Fotografica Parco Poesia Mostra Fotografica Danza Al Castello |
2014 | Semi Erranti R.AR.E. Mostra Fotografica Danza Al Castello |
2015 | Che Cos’è l’uomo perché te ne ricordi? |
2016 | Sant’Agostino. Si conosce solo ciò che si ama O bellezza tanto antica e così nuova |
I CASTELLI DEI MALATESTA. STORIA ARTE ARCHITETTURA
Sabato 12 marzo 2011 ha aperto ufficialmente le porte la sala “I Castelli dei Malatesta. Storia Arte Architettura. Mostra Permanente” promossa dalla Fondazione e curata da Dino Palloni, Pier Giorgio Pasini, Giovanni Rimondini, con la collaborazione di Francesca Baroni, Alberto Monti e Giovanni Maccioni. Collocata negli antichi magazzini di Castel Sismondo, al piano interrato dell’Ala di Isotta, la sala ha inteso valorizzare l’inestimabile patrimonio di castelli, rocche e residenze eretto dalla Signoria dei Malatesta di cui sono straordinariamente ricchi i territori della Romagna e delle Marche.
La mostra rappresenta una eccezionale opportunità per chi vuole approfondire il periodo storico contrassegnato dalla Signoria dei Malatesta; al suo interno trovano posto due plastici di grande impatto – uno dedicato alla dislocazione sul territorio dei 25 castelli, l’altro che visualizza come sarebbe stato Castel Sismondo se la sua costruzione fosse stata completata secondo i progetti originali – numerosi pannelli descrittivi e tre schermi sui quali è possibile visitare Castel Sismondo attraverso la realtà virtuale, conoscere la storia di Sigismondo Pandolfo Malatesta (sezione curata da Giovanni Rimondini) e approfondire il rapporto tra i Malatesta e l’Arte (grazie all’apporto di Piergiorgio Pasini). Sono presenti anche punti interattivi e grandi schermi che permettono di scoprire l’architettura militare medioevale, la storia malatestiana e le espressioni artistiche fiorite durante la dinastia e soprattutto nel periodo in cui visse e dominò la figura di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
GLI EVENTI ESTIVI
Nell’estate del 2006 sono stati aperti al pubblico anche gli spazi esterni al Maschio ed all’Ala di Isotta del Castello, per ospitare cicli di manifestazioni che hanno reso viva la Corte del Soccorso e che si sono ripetuti per oltre 11 anni.
Nei primi anni gli eventi di “Estate al Castello” sono stati limitati ai week end, comprendendo visite guidate al Castello, presentazioni di libri storico – artistici, concerti e alcune serate dedicate alla famiglie con spettacoli di burattini, serate della Banda città di Rimini e del Liceo Lettimi.
Nel corso del tempo il palinsesto è progressivamente evoluto, implementando gli spazi e le strutture a disposizione; dal 2008 al 2012 il numero degli eventi è notevolmente aumentato; sono stati creati eventi pomeridiani e serali, visite guidate, eventi paralleli alle mostre in corso ed eventi che preannunciavano o seguivano le esposizioni artistiche nel Maschio, così da creare un ciclo virtuoso di soggetti e arti non solo visive.
Nel 2014 è nato “Castel Sismondo Estate”, grazie al quale si è resa concreta la volontà di avviare una nuova stagione nella quale le idee, la collaborazione e il dialogo generano opportunità. La Fondazione, grazie alla profonda conoscenza del territorio, coordinando e promuovendo il palinsesto derivato dal dialogo con le associazioni cittadine, ha creato un volano potente, amplificatore del successo degli eventi e capace di assecondare anche i progetti destinati a raccolta fondi per iniziative di solidarietà.
Il Castello si è presentato come un grande ‘produttore’ di eventi divenendo per il corso dell’estate teatro di un fitto calendario di manifestazioni culturali; la Corte del Soccorso è stata dotata di un capiente palco, 400 sedie e un gazebo adiacente al palco con la funzione di appoggio tecnico e camerini; l’Ala di Isotta è stata adibita a sala conferenze e spazio tecnico di supporto per alcuni degli eventi, ed è stato previsto ed adibito un punto ristoro. Si è dunque aperta e consolidata la tradizione di un Castello punto d’incontro estivo per riminesi e turisti; non solo, si è offerto uno spazio tecnicamente attrezzato e di sicuro fascino per coloro che volevano realizzare eventi culturali e di spettacolo, nel vivo del centro storico di Rimini. Eventi ormai storici a Rimini, come Arco in Danza, Moby Cult, I concerti della Banda, Mare di Libri, Cartoon Club, Lo spazio bianco delle arti, il Montefeltro Festival, i Glory days, Parco Poesia ed altri ancora hanno “trovato casa” all’interno delle mura del Castello, e nuove iniziative, spesso con finalità filantropiche, hanno potuto svilupparsi a partire dall’estate 2014.
Per rappresentare il cartellone delle manifestazioni è stato ideato un vero e proprio marchio, che rimandava al sito internet dove si poteva consultare il programma, continuamente aggiornato in tempo reale, degli eventi. Intensa la comunicazione, verso i turisti e i cittadini: comunicati stampa, annunci sulla spiaggia, e-mail agli alberghi; cui aggiungere la comunicazione effettuata dai singoli eventi, sempre coordinata e gestita con la Fondazione.
In breve i dati delle tre stagioni realizzate posso essere così rappresentati:
ULTERIORI EVENTI
Oltre alle esposizioni e agli eventi estivi sopra elencati sono stati realizzati al Castello nel corso degli anni numerose altre attività; a titolo esemplificativo si possono ricordare: RisuonaRimini a misura di stanza, Matrioska, Giornate Medioevali, Laboratori musicali, giornata della protezione civile con “Io non tremo”, Presepe Vivente, eventi organizzati in collaborazione con la Provincia di Rimini, la CNA, Confartigianato, ecc. Sono stati inoltre realizzati a Castel Sismondo anche importanti convegni, tra cui meritano di essere ricordati, in particolare, nel
• 2001 – Templum Mirabile, convegno nazionale dedicato al Tempio Malatestiano;
• 2002 – Sigismondo Pandolfo Malatesta e l’arte militare del primo Rinascimento, convegno internazionale dedicato proprio a Castel Sismondo;
• 2008 – convegno internazionale dedicato al tema delle Icone russe, e abbinato ad una piccola ma significativa mostra;
• 2016 – convegno internazionale dedicato a Cultura e arti nella corte dei Malatesta.
Ciò oltre, naturalmente, a tutta l’attività convegnistica collaterale, di supporto o di approfondimento a mostre ed esposizioni realizzate negli ambienti del Castello nel corso del periodo considerato.