L’ORO DI GIOVANNI

Il Restauro della Croce di Mercatello e il Trecento Riminese

La mostra L’ORO DI GIOVANNI. Il Restauro della Croce di Mercatello e il Trecento Riminese si è svolta presso Palazzo Buonadrata, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, dal 18 settembre al 7 novembre 2021. Il progetto è stato curato dal Professore Daniele Benati (Università di Bologna) e dal Professore Alessandro Giovanardi (ISSR “Marvelli”), promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e dal Soroptimist Club di Rimini, organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” (Rimini – San Marino e Montefeltro) e realizzato grazie al contributo dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancarie dell’Emilia-Romagna.

La volontà di realizzare una mostra nasce in occasione del restauro della croce della chiesa di San Francesco a Mercatello, durato quasi due anni e concluso solo nell’agosto del 2021. L’opera è di grande valore in quanto è l’unica datata e firmata da Giovanni da Rimini, capostipite della scuola Riminese del Trecento. La tavola non aveva ricevuto interventi di restauro significativi dal 1966, quando si trovò tra le vittime dell’alluvione di Firenze, dove era custodita proprio per alcuni interventi conservativi.

Il principale obiettivo dell’esposizione era riportare al suo antico splendore la croce di Mercatello, grazie al contributo di molti soggetti privati e pubblici, e esporla dopo oltre 85 anni nella sua città natale; infatti la croce non era più stata esposta a Rimini dal 1935, anno della prima grande mostra sul Trecento riminese curata da Cesare Brandi.

Quindi la mostra ha come suo fulcro la grande croce di Mercatello assieme e in confronto con altri crocifissi di Giovanni da Rimini, fra cui quello presente nella chiesa di S. Lorenzo a Talamello, il piccolo crocifisso “Diotallevi” dei Musei comunali di Rimini, la croce sagomata dell’antiquario Moretti di Londra, il crocifisso Spina del Maestro di Montefiore e la testa di Giuliano da Rimini, entrambi di proprietà della Fondazione. L’esposizione è stata supportata da pannelli esplicativi, materiale audio-visivo, permettendo una visione del linguaggio artistico di Giovanni attraverso diversi periodi della sua attività e approfondimenti sulla tecnica del restauro per far comprendere l’importanza della tutela, della conservazione e valorizzazione.

Inoltre, di grande rilevanza è stato il numero di visitatori, quasi 9000, provenienti dalle province emiliano romagnole e marchigiane, oltrechè naturalmente dall’area riminese, fino a territori più lontani, come Sicilia, Toscana, Veneto e dall’estero. Un risultato di grande rilievo, specie perché ottenuto in un periodo ancora interessato dalle limitazioni anti-Covid. Sold out le visite guidate gratuite, come l’ingresso alla mostra, tenute da tre studentesse delle Università di Bologna e di Venezia che hanno avuto l’opportunità di mettersi alla prova “sul campo”, nonché dallo stesso curatore Alessandro Giovanardi. Per i più curiosi e appassionati è stato infine, organizzato un ciclo di conferenze che ha visto coinvolti: il Professore Daniele Benati “Giovanni da Rimini. Un pittore al bivio”, il Professore Alessandro Giovanardi “A oriente di Rimini. Giovanni e la pittura bizantina”, il Professore Flavio Cuniberto “La croce e la gloria. Francescanesimo e pittura del trecento”.

Unanime il consenso da parte della critica: lo storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa ha definito la mostra “un gioiello che Rimini regala all’Italia e all’Europa”, che “resterà uno dei passaggi fondamentali nella conoscenza del Trecento Riminese”, mentre Vittorio Sgarbi ha elogiato gli organizzatori con un “avete fatto proprio un bel lavoro”.

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